L’Ucina (confidustria nautica), ha reso noto oggi, che secondo un’indagine dell’Osservatorio Nautico Nazionale, al 31 gennaio 2012, sono state 27 mila le barche battenti bandiera italiana ad abbandonare i nostri porti .
Il danno complessivo per i porti turistici, calcola l’Ucina, sarà di circa 1,5 miliardi di euro, mentre il mancato indotto generato dai superyacht la prossima estate, arriverà a 210 milioni di euro. La tassa di stazionamento e le sue conseguenze, stanno mettendo a rischio investimenti portuali per 1,4 miliardi di euro e 8.900 posti di lavoro.
Un rappresentante dell’ Ucina ha dichiarato: “A fronte di un gettito, peraltro assai incerto, stimato in 210 milioni di euro, stiamo causando un danno pari ad almeno un miliardo e mezzo di euro.”
La Confindustria nautica, a nome di 11 diverse associazioni del settore, ha chiesto al governo, approfittando dell’esame del decreto legge liberalizzazioni, di rivedere profondamente la tassa stessa al fine di non incorrere nell’errore che già fu della vecchia tassa di stazionamento, quando si dimostrò che i danni recati e le spese per la sua riscossione erano di gran lunga superiori al gettito apportato alle casse dello stato.
(DA SV-Ucina 08.02.2012)

Per quanto riguarda i marina lignanesi la preoccupazione e’ altissima, il Consorzio si e’ gia’ tempestivamente attivato sia con atti formali che con incontri, manifestazioni, proposte.

Per quanto ci riguarda proprio i giorni scorsi abbiamo scritto anche al Presidente Monti, anche se, stanti i tempi, le gravi carenze di chiarezza e approfondimento, l’assenza di specifiche tecniche di modalita’ calcolo e riscossione e tanti altri aspetti, abbiamo l’impressione che il grave danno sia ormai compiuto con le conseguenti ripercussioni sulle attivita’ nautiche, sulle imprese regionali, sulle ricadute turistiche e occupazionali, sulle ricadute di cultura di mare che una pese che si affaccia per ca. 8000km sul mare dovrebbe avere …….

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