Navigare in Grecia potrebbe non risultare cosi’ agevole e accogliente.
Dalla tassa di stazionamento a carico di tutti i mezzi e bandiere, gia’ approvata ma in attesa delle linee guida (prevederebbe importi /anno solare: 7-8mt=200€, 8-10mt = 300€, 10-12mt=400€, >12mt=100€/mt con possibilita’ di pagare 10€/mt/mese), ai “nuovi approci” delle Autorita’ locali con i diportisti, di cui vi riportiamo un’esperienza vissuta di persona da parte di un diportista:
“Un’ esperienza incredibile con la guardia costiera di mykonos.
Sabato 21/06/2014 , verso le 18.00, mentre stavo trasferendo la mia imbarcazione (un 57 piedi a motore) da Kos ad Atene decisi di fare tappa a Mykonos . A dire il vero nel 2013 non mi ci ero mai fermato, ma negli anni precedenti è stata sovente una tappa delle mie vacanze nell’ Egeo. Come ogni volta feci un tentativo per trovare ormeggio nel molo del porto vecchio e con somma gioia scoprii che non c’ erano imbarcazioni per cui mi ormeggiai nella parte più esterna del molo accanto al cartello con scritto :”Pier for yacht only”.
Constatai che a ,differenza delle volte precedenti in cui mi ero ormeggiato, non ero stato accolto da militari della guardia costiere che solerti mi invitavano a recarmi alla capitaneria di porto per timbrare il giornale di bordo. Constatai anche che il ufficio della capitaneria, che è nello stabile difronte al moletto ,non era illuminato : pensai che dall’ultima volta erano cambiati gli orari.
Andai e venni dalla barca insieme agli amici che condividevano la vacanza con me fino a quando, alle 22.30 arrivarono due giovanissimi agenti della guardia costiere. Con modi subito molto perentori mi ordinarono di mollare immediatamente gli ormeggi visto che quel molo non era destinato all’ ai diportisti . Feci notare il cartello “pier for yacht only” che evidentemente mi aveva indotto in errore e supplicai che mi lasciassero ormeggiato lì fino alle prime luci dell’alba visto che non mi sentivo di mollare l’ormeggio col buio pesto per dirigermi al porto nuovo , che non conoscevo , a rifare un ormeggio in piena notte e con un equipaggio bravo nelle manovre ordinarie ma non così esperto da operare correttamente durante la notte… Loro mi risposero che quello era solo “affar mio”.
Dissi loro che chiedevo di rimanere li fino all’ albeggiare solo per una questione di sicurezza mia, dell’equipaggio e dell’imbarcazione: loro mi ribadirono più volte il concetto che quelli erano solamente “affari miei”.
Da li ebbe inizio l’incubo; immediatamente mi chiesero di lasciar loro i documenti in quanto intendevano sequestrarmeli, al che io implorai di capire la mia apprensione nel spostare la barca ma loro assolutamente non ci sentirono e mi dissero che se non avessi lasciato a loro i documenti della barca sarei stato in arresto… Forse li compii il mio unico errore: quando sentii parlare di “arresto” estrassi il mio telefonino e platealmente iniziai a registrare la discussione che stava avvenendo ,con l’intento di poterla in futuro utilizzare come prova dell’accaduto. Sono un medico e so riconoscere la sovreccitazione e la aggressività di chi ha assunto eccitanti e il loro atteggiamento me lo ricordava.
Mi portarono nella loro vettura , mi fecero sedere di dietro previa chiusura delle sicurezze delle porte e si avviarono verso la sede della capitaneria di porto col lampeggiante acceso e solo in quel momento capii che era stata spostata in un’altro luogo.
Mi portarono nell’ufficio dove un altro agente , dopo aver accuratamente chiuso le porte dell’ufficio incominciò a urlarmi senza alcun motivo e con fare alquanto minaccioso. Fui sopraffatto da una sensazione di terrore perché mi vennero in mente le scene da film dei pestaggi che avvengono nelle centrali di polizia…Io in passato ho avuto un piccolo infarto del miocardio e la situazione che si stava creando mi generava un enorme stress che culminò con dolore acuto al petto con la tipica irradiazione al braccio sinistro: fui terrorizzato pensando che mi stesse venendo un infarto. Nel frattempo mi sequestrarono il telefono e pretesero che cancellassi la registrazione fatta in precedenza . spiegai loro dei miei problemi cardiaci e chiesi se sarebbero riusciti a farmi avere della trinitrina. Capii che non sapevano che era un farmaco per il cuore . Attesi un paio d’ore di fronte agli agenti che incuranti del mio problema cardiaco continuavano a ridacchiare fra di loro e di tanto in tanto si presentavano avanti a me urlando senza alcun motivo e esibendo a ogni mio tentativo di replica le manette. Riuscii a farmi tornare momentaneamente il telefono per comunicare ai miei ospiti che, nel frattempo erano rimasti in barca ,di farmi avere una compressa di Trinitrina. questi me la fecero avere nonostante le difficoltà di trovare un taxi che li portasse dal centro alla zona periferica nella quale è situata la capitaneria di porto. Assunto il farmaco iniziai a rasserenarmi anche perché riescii a parlare col mio avvocato in Italia che mi consigliò di contattare l ambasciata italiana ad Atene cosa che, vista l’ora (ormai erano le 3 di notte!!!) non riescii a fare .
Il mio avvocato, sconcertato dalla situazione che si era venuta a creare, mi rassicurò e mi disse di chiedere quale sarebbe stato il mio reato e per quale motivo avrei dovuto essere trattenuto li .
I quattro giovani agenti, essendosi resi conto che erano stati coinvolti anche il mio avvocato e la diplomazia italiana, iniziarono ad avere un atteggiamento meno provocatorio. Accettarono che tornassi alla mia barca, intanto erano giunte le tre e mezza di mattina. Mi dissero che io avrei dovuto pagare una multa il cui importo sarebbe stato deciso lunedì mattina (premetto che eravamo sabato sera e che io avrei dovuto inequivocabilmente essere a Atene nella serata di domenica) dal comandante della guardia costiera di mikonos. Mi dissero inoltre che per pagare questa multa avrei dovuto rivolgermi il lunedì mattina al ufficio delle tasse previa presentazione di “un numero” che ogni cittadino greco ha per pagare appunto le tasse ma che i cittadini stranieri non hanno e che per ricevere questo numero avrei dovuto inoltrare una domanda ed attendere all’incirca una settimana.
Prima di tornare alla barca ,lasciando i documenti della barca stessa in capitaneria di porto, pretesi che mi fosse rilasciato un documento che certificasse il fatto che loro trattenevano i documenti stessi. Attesi un’altra mezz’ora, ormai erano giunte le quattro di mattina, e mi presentarono un documento pretendendo che io lo firmassi nonostante fosse scritto in greco e pertanto per me incomprensibile. Ero stanco morto ed estremamente avvilito e pertanto firmai questo documento praticamente non sapendo che cosa stavo firmando.
Passai la notte in barca e la mattina mi svegliai sperando che si fosse trattato di un incubo… In realtà un incubo non è stato ma si trattava della realtà…verso le 9.00 passò in barca un’altro agente della capitaneria di porto che in modo estremamente più cortese si mostrò dispiaciuto per quanto accaduto la sera precedente, mi autorizzò a muovere la barca fino al porto nuovo, e mi confermò che io avrei dovuto attendere il giorno successivo quando il comandante del porto avrebbe valutato l accaduto, stabilito la multa che avrei dovuto pagare con tutta la serie di problematiche burocratiche che ho già spiegato, e solo allora avrei potuto riavere i documenti della mia barca per spostarmi ad Atene dove ormai sarebbero saltati tutti gli appuntamenti che avevo in precedenza preso. Contattai immediatamente l’ambasciata italiana ad Atene e riuscii a comunicare con un addetto dell’ambasciata stessa che nel giro di pochi minuti mi fece contattare dal console italiano a Mykonos.
L’ avvocato Console italiano a Mikonos, si dimostrò subito molto disponibile a risolvere il problema che mi si era creato. Chiamò telefonicamente la capitaneria di porto e si fece spiegare l’ accaduto.
Mi richiamò spiegandomi che effettivamente avrei dovuto aspettare il lunedì mattina ma si dimostrò assolutamente disponibile a far sì che riuscissi a pagare immediatamente la multa all’apertura dell’ufficio delle tasse avvalendomi di un suo collaboratore che mi affiancò durante tutta la procedura di pagamento di questa multa.
Lunedì mattina verso le 11:30 finalmente riuscì a mollare gli ormeggi con i documenti della barca dopo aver pagato due multe di € 500 l’una non avendo assolutamente capito quale reato avessi in effetti commesso.
La sensazione che a posteriori mi rimane, anche parlando con altri turisti italiani che hanno vissuto vicende simili alla mia, è che le autorità greche facciano il possibile per raccogliere soldi dai turisti utilizzando anche queste maniere vergognose e intimidatorie. Il turista stesso viene portato in uno stato di prostrazione tale che non riesce ad avere alcun tipo di reazione difensiva per cercare di opporsi a questo sopruso .
In questa vicenda che definirei allucinante ci tengo a ringraziare l’ambasciata italiana ad Atene e la console italiana a Mykonos che non appena venute al corrente dell’accaduto si sono subito mobilitate per risolvere il mio problema: il fatto di trovarsi all’estero con un gran problema e di sentire la collaborazione dell’Italia da sicuramente un grande aiuto.
Lascio ogni considerazione a chi si accinge a recarsi in Grecia per vacanza.”